Eleusis - Gruppo Permanente di Formazione Umana e Teatrica
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Giulia Vessella - Liceo di Stato "E. Montale" sede Paladini

22/5/2020

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Titolo: dreamy girl
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Marco Sturchio - Istituto Statale "Vittorio Gassman"

17/5/2020

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La famiglia si aiuta senza fare domande.
Sì, ma la famiglia che scegli non quella che ti viene imposta.
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Tommaso Loguercio

12/5/2020

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IG: Tommaso_log
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Alba Romoli - Liceo "M. Montessori"

11/5/2020

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Titolo: Hope
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Giulia Lanzavecchia - Liceo "J.F. Kennedy"

8/5/2020

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Sara Cardarelli -  IISS Piaget-Diaz

5/5/2020

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Cecilia Rea - Scuola Civica delle Arti e del Teatro

3/5/2020

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Descrizione:
“ In questo video ho voluto racchiudere i passaggi che ho dovuto fare per inviare la mia prima lettera. Ho riscoperto un mondo, un mondo che mi piace. Scrivere è da sempre stata una cosa che ritengo bellissima e scrivere una lettera è a mio parete ancora più bello: la lettera non è altro che un pezzo di cuore che si dona ad un altra persona.
Il video è accompagnato dalla canzone "ain't no mountain high enough", di  Marvin Gaye e Tammi Tarrel, una dolcissima canzone d'amore che parla di come l'amore dei due cantanti è così forte che nè una montagna altissima o una valle profondissima riusciranno mai a spezzarlo, come credo sia l'amicizia tra me e la mia amica alla quale ho inviato la lettera, che non verrà spezzata dalla semplice lontananza.”
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Simone Perrotta - IISS Piaget Diaz

11/4/2020

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“Anche la nostra parte più buia vuole vedere il sole"
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Alessio De Lorenzi - I.I.S. "Via Silvestri"

9/4/2020

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Ciao a tutti, in questi giorni di quarantena ho fatto un disegno pensando al teatro.
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Daniele Vesperini - Liceo "M. Montessori"

7/4/2020

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La quarantena.
Alla fine sarà divertente raccontarla ai nostri figli o alle nuove generazioni.
Tutti i giorni di ogni anno, giovani adolescenti si lamentano di non avere una vita sociale e di non voler uscire, ma magicamente, ora, rinchiusi in casa, tutti con tantissimi amici, voglia di correre e, addirittura, voglia di aria fresca!
Mh forse sdrammatizzo troppo, non ti piace? Va bene, allora ricominciamo, più poetica.
Instabilità mentale, ecco cos'è la quarantena. Stare nello stesso luogo, ogni giorno, per ore, e tra studio e ansia, si aspetta il grande presidente del consiglio che ci annuncia che tra poco non potrai uscire nemmeno dalle coperte. 
La quarantena è sofferenza.
E ci si rende conto di come tutto, da sempre sottovalutato, sia speciale.
Quel bacio mancato, quelle parole non dette, quell'abbraccio stretto troppo poco forte. 
Positività e allegria suonano dai balconi, anche se qui, in fondo, non c’è niente di cui essere allegri.
Ma torneranno. Torneranno quegli abbracci, quei saluti, quei baci. E non ce li faremo più sfuggire, mai più. Tutto sarà un po' più speciale, anche il cane del vicino che ti fa venire un infarto ogni volta che esci da casa, alle 7:40 di mattina, per andare a scuola.
Tutto, tutto tornerà alla normalità.
E grideremo al mondo che siamo tornati, ce lo mangeremo il mondo.
Un saluto a te, che sei qui a leggere questo testo.
A te, che sei vicino ma lontano.
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Stella Sofia Cillis gruppi Adolescenti del TE

4/4/2020

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Mi mancate tutti. 
Mi manca vedervi ed abbracciarvi, mi manca ridere veramente, quando non riesci a trattenerti e ti fa male lo stomaco. Mi mancano tutti quei giorni in cui il tempo sembra passare troppo velocemente, e tu non riesci a stargli dietro. 
Mi mancano quei giorni in cui facevo quelle lunghe passeggiate, con le cuffiette, ascoltavo la musica, contemplando la natura e quello che mi circondava.
Mi mancano tutti quei momenti in cui vorresti solo rimanere lì per sempre, senza mai tornare a casa. 
Tutte queste cose non sono per nulla scontate, e non sempre capiamo appieno tutto ciò che ci da la vita, ogni cosa è importante e bisogna viverla con volontà d’animo, perché a volte, come in questo caso, le cose possono sfuggire e non ritornare mai più. 
Non vedo delle persone a cui voglio bene da quasi un mese ormai, perfino mio padre non so quando lo rivedrò. 
Questa situazione è veramente spiazzante e disumana per chiunque di noi. E mi dispiace che le cose siano andate per questo verso, perché adesso io, per vedere le persone a cui voglio bene, posso solo fare una videochiamata e salutarle da lontano. 
Questo coronavirus sta cercando di togliere l’amore da questo mondo, ma noi non glielo permetteremo. 
Quanto vorrei riabbracciarvi.... ogni singola persona, solo per il gusto di sentire di nuovo quella sensazione di affetto, di calore nel cuore. 
Questa quarantena penso cambierà un po’ tutti, anche chi rimarrebbe a casa per sempre, perché anche se non ti senti coinvolto, ognuno prova amore. 
L’amore ti scalda l’anima, con le persone che ami, potresti stare per sempre senza stancarti mai, ridi fino a scoppiare, piangi. Ogni aspetto della nostra esistenza è messo in discussione, e, quando questo finirà, non vivremo la nostra vita come prima. Cambierà qualcosa.
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Giulia Turoli scuola di teatro del Montale

4/4/2020

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Andrea Matrascia - Liceo "Archimede"

3/4/2020

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Giulia Bagnai - Liceo "M. Montessori"

1/4/2020

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Questi sono i ravioli cinesi che ho fatto con mia madre e mia nonna. 
Non li ho chiusi molto bene, ma è stato molto divertente farlo!
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Marco Sturchio - Istituto Statale "Vittorio Gassman".

1/4/2020

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"E tu cosa senti?"

Cosa significa veramente voler bene?
Molte persone magari usano questa espressione a vuoto, non dando il giusto peso alle parole che dicono. Molte volte le persone, sempre , usano determinate parole che scaturiscono da determinati stati d'animo che però non sono reali. Quindi quand'è che veramente una persona ti dice un ti voglio bene vero?
Nel senso, quand'è che pensa veramente a te e che cos'è che fa scattare quel bisogno o azione dentro di te che ti fa dire ti voglio bene  ad un'altra persona?  Magari perché in quel momento ti sei sentito amato con un piccolo gesto, oppure semplicemente perché vuoi dimostrare il tuo affetto verso l'altra persona o per un'altra miriade di motivi; ma qual è il vero fattore scatenante?
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Giordano Balletti - Liceo "E. Montale"

1/4/2020

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"Questo è ciò che sto provando in questo momento così buio per tutti".
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Tommaso Barba - Liceo "E. Montale"

1/4/2020

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Cari colleghi e amici,
​È arrivato il momento di interrompere il viaggio che, con alcuni di voi, ho intrapreso prima e con altri dopo. Oggi termina il rapporto di lavoro con voi ed è questa l’occasione per ringraziarvi per le tante cose fatte insieme, la disponibilità e collaborazione che ho ricevuto. Lasciatemi dire che è un piacere chiudere la mia carriera attoriale qui. Tutti vogliono un lieto fine, vero? Ma le cose non vanno sempre così, però stavolta forse ci sarà! Andare all’università è un passaggio importante della vita ed è pieno di significati. Ho trascorso intere giornate con voi, ho lavorato tantissimo e ne sono orgoglioso, perché credo di aver costruito qualcosa. Ho creato la rete di amicizie, di cui sono orgoglioso, perché mi ha permesso di conoscere e di lavorare con persone meravigliose, professionisti, seri, capaci, volenterosi e dotati di un grande senso dell’umorismo, di apprezzare l’essenziale “valore aggiunto” che essi hanno arrecato al gruppo con l’impegno e l’esempio. Hanno portato una ventata di nuovo, di speranza, che ci ha proiettato in una dimensione di elevata qualità. Un’ esperienza straordinaria, che mi ha arricchito molto e mi fa andare via di qui con un bagaglio carico di amicizia, di umanità e di vivere civile. Che mondo meraviglioso! Nel bene e nel male questa è la realtà in cui ognuno di voi dovrà andare avanti, anzi meglio dire andare oltre. Ogni cosa segue il suo corso, e per quanto uno possa fare del suo meglio, a volte è impossibile evitare che qualcuno rimanga ferito. Passiamo l’80% della nostra vita a chiederci cosa ci manca, senza saper godere di quello che abbiamo. È la vita… e se non volete finire in una clinica psichiatrica dovete capire che bisogna essere più aperti ed accettare la vita così come viene. Così capirete quanto è meravigliosa la vita e se ci accorgiamo di non essere felici, diamoci una seconda possibilità. Tutti possiamo reinventarci. Non guardate né davanti e né dietro, guardate in voi stessi, senza rimpianti e senza paure. Nessuno scende in sé finché rimane schiavo del passato o del futuro. Le cose non sono permanenti. Non si deve mai stare al centro. È molto meglio stare di lato perché si vedono meglio le cose. Io sono da sempre un outsider, credo che sia una condizione di privilegio. Sono riuscito a sopravvivere perché ho imparato a far ridere il mio cuore. Ogni giorno fate qualcosa per far ridere il vostro cuore e cercate di pianificare il meno possibile. La depressione rimarrà a distanza di sicurezza. Abbiate sempre il coraggio di scegliere. Scegliere cosa fare, dove andare, di quali persone circondarvi. Eliminate chi influisce su di noi in maniera negativa, senza arricchirvi. Chi vi porta via tempo, senza dedicarvi il proprio. Fate solo ciò che sentite di fare. Fidatevi del vostro istinto. Sempre! Godetevi tutto quello che vi capita, perché è l’unico modo per non avere rimpianti. Sfruttate ogni occasione e non abbiate paura di essere all’altezza e di non potercela fare. Uscite dagli schemi che vi stanno stretti. Liberatevi delle convinzioni sbagliate. Fate meno progetti possibili, tanto le cose migliori accadono all’improvviso, ma soprattutto non perdete troppo tempo a pensare, che pensare a lungo non porta necessariamente alla cosa giusta, anzi. A volte bastano pochi secondi. Agite, rischiate e se c’è da dire un vaffanculo, dite pure quello. Non affannatevi ad incastrare per forza tutto. Ciò che è perfetto non ha bisogno di forzature. Non elemosinate sentimenti da chi non ne ha, almeno non per voi. Siate un po’ egoisti, che non fa mai male. Seguite la vostra strada, non quella che vi dicono di seguire. Parlerò anche dell’amore. Sono i simili a fare scintille perché si accendono, bruciano ed ardono. Non gli opposti. È una questione di sguardi intensi, attimi folgoranti, chimica devastante e battiti di cuore come esplosioni nucleari. Il volersi bene si costruisce. L’amore, quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi… il mio verbo preferito. Tenersi per mano. Vi può bastare una per la vita intera, per un attimo, per un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque. Trovatevi una persona che vi faccia venire voglia di fare tardi al suono di “altri 5 minuti per favore”. Che vi faccia sorridere persino dietro uno schermo. Siate persone che muoiono dalla voglia di vedersi, anche se si sono visti ieri. E se lei o lui non sono disponibili adesso aspettate! Perché se quello che uno prova è un sentimento vero e forte. Niente potrà mai distruggerlo. Perciò non abbiate vergogna di esprimere il lato dolce del vostro cuore. Non è una debolezza mostrare l’anima nuda come molti pensano, ma è invece un atteggiamento di estremo coraggio. La dolcezza è il salvagente dell’umanità, perché in essa è contenuta la più profonda verità dell’essere umano. Con ciò direi che abbiamo concluso. Grazie ragazzi e ragazze, è stato un piacere lavorare con voi, non mollate mai. Come si dice in Kansas: grazie a voi, grazie Eleusis ma soprattutto grazie al Kansas. Se avrete bisogno di me sapete come contattarmi, vi auguro il meglio. Bella rega’!  Mi raccomando fate tanti meme che io andrò a fare cinema. Tvb. E casomai non vi rivedessi buon pomeriggio, buonasera e buonanotte! Vostro per sempre, l’unico ed il solo Tommaso Barba.
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Tarek Tomei - Liceo Scientifico Statale "A.Labriola"

31/3/2020

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Cari Maestri ELEUSIS vorrei condividere con il Gruppo queste due mie produzioni scritte. 
Il percorso iniziato con voi mi ha dato i mezzi per pensare ciò che ho scritto, ed oltre a questo a vivere a modo mio.
Come dice un certo Frank  "I did it my way". Grazie.

Prima produzione:

Ho finito ora di vedere “The Prestige” di Christopher Nolan… per la 3° volta. Il numero Sacro, perfetto. Finché sarò libero dalla dipendenza carnale di una donna 3 sarà il mio numero, quello della mia mente, in grado di spaziare come quella di un Dio.
Grazie Chris… ancora una volta.
 
So cosa. L’ho sempre saputo ma il come mi ha sempre spaventato.
Mi riferisco al mio futuro.
 
« Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata "la Promessa". L'illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino o un uomo. Vi mostra questo oggetto. Magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare che sia davvero reale... sì, inalterato, normale. Ma ovviamente... è probabile che non lo sia. Il secondo atto è chiamato "la Svolta". L'illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora voi state cercando il segreto... ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo "il Prestigio". »
 
The Prestige - Incipit
 
Il mezzo, il come non conta, non per me. Conta il cosa.
Ora so che l’uomo che cade nella botola viene visto da Tutti, e Tutti sanno che c’è una botola che nasconde un uomo, che lo fa sparire.
Ma quando l’uomo riappare. Prestigio. Tutti vogliono essere ingannati, dimenticando così che dietro l’uomo che applaudono ce n’è uno che fa l’inchino da sotto il palco, e che mai vorrà manifestarsi rompendo l’illusione.
Il segreto è tutto, il segreto è la mia vita.

-------------
Seconda produzione:
La curiosità per l’indefinito, per la persona. 
Questo ti muove.
Quando sei dentro non hai bisogno di conferme, lo senti e ti dirò di più… lo sai soltanto tu.
Un po’ come le parole che utilizzerò per scrivere quanto segue, con un significato indefinito per me.
Sicuramente saprai entrare dentro, saprai l’esatto significato di ogni parola e, io non vorrò mai saperlo.
Non vorrò mai conoscermi appieno. Paura.
Questo racconto è paura.
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Giorgia Bazzano - Istituto Statale "Vittorio Gassman"

31/3/2020

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VIVERE.

Vivi godendoti il momento. 
Vivi la felicità, la tristezza. 
Vivi l'amore. 
Vivi quei piccoli gesti che ti cambiano la giornata. 
Vivi quei momenti in cui ti senti solo..quei momenti no dove pensi che andrà tutto male e niente si risolverà. 
Vivi quelle giornate passate con gli amici. 
Vivi quelle vittorie, ma vivi anche quelle sconfitte. 
Vivi quelle risate di cuore che ti tolgono il fiato.
Vivi le delusioni. 
Vivi quelle lacrime di sofferenza in quelle notti silenziose, dove i pensieri si accumolano e prendono il sopravvento.
Vivi quegli abbracci che dai per scontati, scrivi quei mi manchi, dai quei baci desiderati e stringi quelle persone che ci sono sempre state. 
Vivi senza avere rimpianti e fai ciò che ti fa sentire vivo. 
Vivi, vivendo te stesso. 
Vivi bene.. Semplicemente, vivi.
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Carola, Federica, Eleonora - Liceo "E. Montale" - IVL

30/3/2020

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breve estratto di un video che parla del progetto "Alternativamente" anch'esso interrotto per l'emergenza Covid 2019
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Marco, Alissa, Giada e Giada 4I Scienze Umane- Liceo Montale

30/3/2020

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Giorni offuscati,
Giorni andati.
Viaggia la mente,
Le gambe son ferme.
Momenti di gioia nel fumo,
Resta addosso il profumo.
Gioia nelle parole al vento,
Nei racconti e nei ricordi del tempo,
Perso e ripreso al momento.
Giorni morti,
Giorni corrotti.
Tempo di unirsi per davvero,
Il momento di unire il pensiero.
Il caldo focolaio continua bruciare,
Salva la mente, mi prepara a sbocciare.
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Ginevra Spaziani Brunella - Scuola Civica delle Arti e del Teatro di Roma

30/3/2020

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Federico Santoni - Scuola Civica delle Arti e del Teatro di Roma

30/3/2020

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"Questo è come ho voluto rappresentare un percorso che avevo abbandonato ma che poi ho ripreso nonostante la difficoltà”.
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“Questa è la calma piatta che ho aspettato per molto, poiché prima c'era solo la tempesta”.
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Gaia Storani - Liceo "E. Montale"

28/3/2020

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Ci ho messo un po’ per riuscire a trovare le parole giuste. Il mio pensiero è andato alle tante vite che purtroppo hanno smesso di esistere su questo mondo. Ho pensato che in fondo fosse giusto sentirmi parte di loro per un attimo e provare a ricordarli, non soltanto come vittime di questo virus, ma come raggi di uno stesso sole, come soffi silenziosi di uno stesso respiro: il respiro della vita, appunto. 
È un piacere per me poterla condividere.

Il respiro della vita 
 

“Respiro corto.
Trattengo le lacrime, pesanti, stanche.
Rinchiuso il suono della vita se ne va.
Freddo nelle ossa. 
Il cuore è un soffio. 
Un esile brandello di coraggio.
Buca il cielo pallido la luce blu del soffitto. 
Fili mi avvolgono, presagi del destino.
Un Fato impossibile da trattenere con me. 
Ma non sono già morto.
 
Respiro corto.
Penso e fisso il nero dei miei occhi chiusi.
Addormentato rifiuto il sonno. Invano.
Il veleno della nuova casa mi colora le vene. 
Un cappello di plastica mi avvolge la testa.
Lo sento schiacciare un male più grande di lui.
Un male che mi ruba la vita.
Non sono già  morto.
 
Corto respiro.
Odore di niente.
Il desiderio di sentire questa voce
che mi parla nella testa
riempire la stanza del suo fragile sussurro 
potente. 
Non ho la forza. 
Un dolore mi pervade tutto.
Freddo lontano.
Tremori mi fanno rabbrividire,
incapace di reagire.
Ma sono ancora vivo.
 
Corto Respiro
il corto respiro.
Torno in un attimo bambino,
tra le braccia di mia madre
sorrido a mio padre.
In un attimo l’orizzonte della felicità 
ripara al mio grigiore malato.
Mi appare mia moglie,
il mio amore grande
grande guida del mio piccolo sguardo sul mondo.
Ho amato, mi dico nella mente abbandonata.
Ho ascoltato la pioggia cadere,
ho guardato il tempo crescere,
ho fatto crescere il mio tempo.
Ho riso, pianto e gridato. 
Adesso tiro la corda della mia vita,
è il tempo di cadere.
Respiro corto 
il corto respiro
non sono ancora morto
ma sono già vivo.”
                                        
 
 
 
                                                   A voi che silenziosamente avete
salutato la vita e accolto la morte. 

                                        Ai vostri respiri spezzati. 
                                        Perchè il cielo vi  prenda in aria
come piume,

                                        che incapaci di volare si affidano al
​vento.

                                       
 
                                                                   
                                                                          
 
 
 

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Paolo Carafa Scuola Civica delle Arti e del Teatro di Roma

28/3/2020

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“Un'istantanea della nuova realtà in cui tutto appare "normale" senza però "il colore/calore" delle relazioni reali.”
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