Quando un pezzo di pasta si attaccò alla pentola
Questa avventura che passò Cecilia è accaduta durante un periodo di chiusura chiamato “quarantena”. Nella famiglia Spada si doveva molto aiutare in casa, perchè essendo in cinque mantenere pulito e allegro l’appartamento era molto complicato, quindi si faceva un po’ per uno com’ è giusto fare. Avevano appena, tutti, finito di pranzare, bisognava sparecchiare e mettere in lavastoviglie. La mamma si mise a fare la lezione on line della sua scuola di disegno che seguiva ormai da circa due anni, il padre si mise a lavorare mentre il fratello maggiore, Tobia, aveva apparecchiato perciò si mise a fare calcio lasciando il lavoro al fratello medio, Martino, e a Cecilia. Quei due cominciarono a sparecchiare, anche se Mimmi si fermò in cucina e mise in lavastoviglie la roba che portava Ceci, lavò il contenitore e la lasciò sparecchiare e mettere a posto la cucina. Così tutto continuò tranquillo, finché mettendo a posto, a Cecilia gli si parò davanti la pentola della pasta. Lei, ignara della maledizione scagliata su di essa dalla cottura, chiese al padre se si doveva lavare e lui le rispose che andava bene sciacquarla. Ceci che voleva sempre essere molto precisa lavò velocemente le parti sporche anche se non era necessario. Di colpo lo vide, lo vide lì appiccicato, quel masso soprannominato pezzo di pasta, in quel momento cominciò a capire che qualcosa le avrebbe intralciato la tranquillità. Cominciò strofinare in tutti i versi, ma niente. Si mise in una strana posizione, come di leva, ma niente. Mise l’acqua e ricominciò a strofinare, ma nulla. Sparò a mille le munizioni, soprannominate acqua dal cannone soprannominato rubinetto, ma no se ne voleva proprio andare. Usò lo stesso metodo precedente, solo che con fornizioni bollenti per sciogliere la preda, ma niente. Cecilia non sapeva più cosa fare, allora si decise a prendere una posizione. Usò tutta la forza che aveva nel corpo per riuscire a vendicarsi di quel maledetto pezzo di pasta. Niente , niente e niente. Non si staccava. In quel momento le venne l’ispirazione per una storia, ma io dico, proprio nel momento clou! Arresa si avviò verso la strada del dio papà a chiedere abbracciandolo se poteva staccare il pezzo di pasta. Quando le rispose di sì, corse al computer a scrivere questa storia, è già la bambina dell’avventura sono proprio io che sto scrivendo. Comunque quando sono andata di là a chiedere se si era staccato e mi ha risposto che se ammorbidita si staccava facilmente, a quel punto mi sono detta tra me e me: - davvero tutto quello che ho passato non è servito a niente?!- Del tutto tratto da una storia vera. Cecilia Spada CASA
Al numero 54 di una via chiamata Raffaele Battistini, al piano terra, viveva una famiglia durante il periodo di coronavirus. Era una famiglia allegra. La più piccola, Cecilia detta Ceci, aveva 11 anni e la sua passione era leggere. Questo la isolava e la faceva entrare in un altro mondo. In particolare le piaceva un libro intitolato “Piccole donne”. Non faceva che pensare a quello. Ogni giorno che toccava a lei scegliere il film aveva una nuova versione da vedere. Ohhh quanto la emozionava! Con quei libri ci dormiva pure. Visto che purtroppo aveva finito quel capolavoro, stava leggendo “Il giardino segreto” anche se sapeva che, pur essendo bellissimo non avrebbe mai eguagliato la sua passione. Sfortunatamente non poteva leggere molto perché stava sempre a fare i compiti che voleva svolgere benissimo. Aveva 2 fratelli: Martino detto Mimmi e Tobia detto Tobi. Mimmi aveva la passione dello skate e spesso, quando non faceva i compiti cioè quasi tutto il giorno, si esercitava in giardino. Il suo secondo passatempo era prendere in giro Ceci per farsi menare, anche se stava migliorando perché Ceci si era un po’ stancata di quel gioco troppo ripetitivo. Tobi invece era in fissa con un gioco di ruolo intitolato Dungeons&Dragons, giocato anche in una serie televisiva bellissima , Stranger things. Tutti insieme anche con la mamma, Carolina e il papà, Benedetto si divertivano molto tra arrabbiature e sorrisi, cadute d’animo e supporti. La loro giornata cominciava con Mimmi e il papà che si alzavano e preparavano la colazione , papà la portava a mamma. Successivamente Ceci si alzava per andare prima nel lettone dei genitori a fare le coccole e aspettare che venisse Tobi a giocare con lei a letto per poi tutti e due, un po’ più tardi andare a mangiare, a aiutare in casa e infine fare i compiti. C’erano delle ore di stop dove ognuno faceva ciò che doveva fare. Quando arrivava l'ora di pranzo si apparecchiava e cucinava per poi mangiare,scherzare, prendere in giro e divertirsi tutti insieme. Di solito subito dopo si andava fuori a fare gli esercizi e giocare. ✋ Tutto scorreva liscio a parte qualche arrabbiatura della mamma per poi dopo aver urlato o pianto fare pace ☮ e tornare contenti. Di nuovo compiti, lettura o D&D. Quando arrivava la cena di nuovo preparazioni, divertimento e cibo. Dopo si vedeva un film o si giocava a giochi da tavola. Poi si andava a letto e Ceci leggeva con la mamma o il papà accanto a menno che non era molto molto tardi. Invenzione di ELIO BALDINI
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